16 Ott TANTI VEDONO, POCHI OSSERVANO, CHI COMPRENDE VINCE
Non c’è arte senza conoscenza di sé, e la conoscenza di sé e lo spirito critico sono tutt’uno.
Oscar Wilde
Museo d’Orsay, ultimo piano, impressionisti.
La ressa dei visitatori davanti quasi ad ogni quadro, tutti impegnati a conquistarsi un posto in prima fila per… fare una foto al quadro!
La situazione era allucinante, volevo immortalare la scena con almeno una mosca bianca.
Una persona che si interessasse all’opera che aveva davanti, alla fine ci sono riuscito, ecco il motivo dell’immagine di apertura.
Perché consideravo paradossale questa situazione? Quante foto migliori rispetto a quelle scattate col telefonino si trovano nei libri d’arte?
Invece, quante volte possiamo avere l’opportunità di osservare e comprendere dal vivo questi capolavori?
Il contesto in cui viviamo, le persone che abbiamo attorno sono per lo più quelle che fanno la foto al quadro col telefonino.
Solo poche osservano e arrivano a comprendere, quest’ultime sono quelle che si distinguono.
Basta pensare a come è cambiata la sorte tra chi ha compreso il genio di Van Gogh e chi no…
La stessa situazione si trova anche nel mondo degli investimenti.
Il periodo è eccezionale, nell’ultimo secolo questo è uno dei tre anni in cui calano contemporaneamente obbligazioni e azioni.
Dal Treccani “che costituisce un’eccezione, quindi straordinario…”
Questa situazione porta in sofferenza sia chi ha investito in azioni, sia chi ha un portafoglio bilanciato, sia chi investe in obbligazioni.
Solo che i primi sono più abituati a sopportare i cali periodici, mentre gli ultimi soffrono di più perché sono le persone che investono in strumenti più prudenti.
Chi ha i nervi più scoperti, forse, sono le persone con un portafoglio bilanciato, scelto per compensare con le obbligazioni i momenti negativi delle azioni e viceversa.
Tanto per darvi l’idea dell’unicità della situazione in uno studio da BOA, su un portafoglio bilanciato tipico del risparmiatore statunitense: 60% azioni 40% obbligazioni, questo è l’anno in cui il bilanciamento ha funzionato meno da 100 anni.
Oppure possiamo pensare alla giornata di giovedì scorso: i future USA erano positivi all’ora di pranzo (ora italiana), all’apertura gli indici erano negativi, fino ad arrivare a perdere il 3%, per poi chiudere in guadagno di quasi il 3%.
Si tratta della quinta piò grande inversione dal 1962.
Il contesto in cui viviamo è questo.
Se ci limitiamo a vedere, catturando un’immagine col telefonino, è normale che ci faccia paura.
Se osserviamo cos’è accaduto dopo periodi come questi dobbiamo entusiasmarci.
Se comprendiamo cosa sta accadendo vinciamo, anzi, stravinciamo.
Tanto per capirci, ho sentito gestori azionari vedere opportunità di far soldi anche sulle obbligazioni. Più eccezionale di così…
I meccanismi che stanno dietro alla dinamica prezzi – tassi di interesse delle obbligazioni ve li ho spiegati, perché penso che esserne padroni permetta di stare più sereni.
Sono gli stessi che permettono di vincere.
Ancor di più con i giusti approcci ai mercati azionari.
Vincere? Perdere?
Sì. In queste fasi il mondo si divide in due.
Chi vede i valori calati, si fa prendere dallo sconforto, e fa dei regali a chi compra.
Oppure, con delle risorse a disposizione pensa che in questi momenti farebbe di tutto meno che utilizzarle.
Così facendo, perde.
E c’è chi comprende che questa è una situazione che apre opportunità eccezionali, cercando di avvantaggiarsene se ha risorse aggiuntive.
Oppure chi, se non ha altri soldi, evita di fare doni e cerca di mettersi in una posizione di vantaggio appena può.
Vince.
No Comments